Hai una relazione sana con il cibo se…
1. Provi sensazioni di piacere e riesci a trovare soddisfazione anche quando non stai mangiando.
2. Se non hai fame, non mangi.
3. Smetti di mangiare quando sei sazio (non è la stessa cosa che essere “pieno”) e sei in grado di lasciare qualcosa nel piatto se non ti va.
4. Per diverse ore durante la giornata non hai fame e non pensi al cibo.
5. Durante i pasti provi gioia nel mangiare.
6. Ti piace mangiare differenti tipologie di alimenti.
7. Mantieni un peso sano che fluttua di circa 2-3 kg.
8. Non senti il bisogno di pesarti spesso (circa ogni 6/12 mesi).
9. Non hai ossessioni sul cibo; non eviti cibi che ti piacciono; non ti abbuffi.
10. Non conti le calorie per decidere se puoi o meno “permetterti” di mangiare un alimento.

Se alcune di queste affermazioni non ti rappresentano, sei in buona compagnia. Infatti molte persone hanno sviluppato schemi comportamentali legati al cibo che non sono in sintonia con i bisogni reali del nostro corpo.
Queste abitudini derivano da numerosi ed inevitabili condizionamenti familiari e culturali. Per esempio i nostri genitori potrebbero averci ripetuto per anni frasi come “non bisogna avanzare nulla nel piatto!” oppure “non ti va questo cibo? pensa ai bambini che muoiono di fame”, ecc… e così abbiamo imparato a mangiare, nonostante non ne sentissimo più il bisogno.
Spesso siamo vittima delle abitudini, mangiamo senza chiederci se abbiamo davvero fame e/o se abbiamo davvero voglia di mangiare un determinato cibo. Potremmo, per esempio, aver associato il cinema ai pop-corn, oppure il dolce dopo cena, o lo spuntino mentre si guarda una serie-tv, ecc…
Anche seguire costantemente diete, controllare il numero di calorie, privarsi di cibi considerati “cattivi” non ci porta ad essere in contatto con i bisogni del corpo e a vivere serenamente il rapporto con il cibo. Tutte le privazioni, se protratte per molto tempo, possono indurre a perdere il controllo. Nel caso del cibo, le privazioni spesso esitano in abbuffate, con conseguente senso di colpa.
Gestire le emozioni attraverso il cibo è un altro modo disfunzionale molto frequente che può portare condizioni di sovrappeso e, di conseguenza, a scarsa accettazione di sé, bassa autostima, depressione, ansia, disturbi alimentari, ecc.,.
Queste difficoltà, fortunatamente, si possono affrontare e risolvere attraverso un percorso che ci aiuti a riconnetterci con il nostro corpo, con i 5 sensi, con le sensazioni di fame e sazietà, eliminando i condizionamenti che per anni ci siamo portati dietro. Il nostro corpo, infatti, possiede una saggezza intrinseca: sa di quali nutrienti ha bisogno, sa quando e quanto mangiare e ce lo comunica attraverso segnali che purtroppo non siamo più abituati ad ascoltare.
Recuperare un rapporto di ascolto con il nostro corpo è possibile attraverso alcune tecniche mutuate dalle discipline meditative, che ci aiutano a stare nel presente con “intenzione, attenzione e senza giudizio” (Mindfulness).
L’applicazione di questo tipo di meditazione al rapporto con il cibo è chiamata “Mindful Eating” e può aiutarci a ristabilire una relazione sana con il cibo, a recuperare un senso di soddisfazione e gioia in rapporto ad esso.